Lia Varesio (1945–2008) è stata un’assistente sociale, volontaria e figura carismatica del terzo settore torinese, conosciuta affettuosamente come “l’angelo dei barboni” per il suo profondo e instancabile impegno a favore delle persone senza fissa dimora, degli emarginati e di chiunque vivesse in condizioni di estrema fragilità sociale.
Dopo un’esperienza lavorativa alla Fiat, dove si occupava dei casi di grave disagio economico attraverso l’attività della Fondazione Agnelli, Lia decise di dedicare completamente la sua vita al volontariato. Nel 1979 fondò l’associazione “Bartolomeo & C.”, un’organizzazione laica che si proponeva di accompagnare e sostenere chi viveva ai margini: senzatetto, ex detenuti, persone con dipendenze, migranti, famiglie in difficoltà.
Tra le sue attività più note vi erano le cosiddette “ronde notturne”: ogni sera, per decenni, percorreva le strade di Torino con il suo furgone, distribuendo coperte, bevande calde, medicinali e parole di conforto. Ma il suo contributo andava oltre l’aiuto materiale: Lia offriva soprattutto ascolto, rispetto e dignità, creando legami umani veri, spesso duraturi, con chi la società tendeva a ignorare.
Oltre al lavoro con i senza dimora, Lia fu anche attiva nel volontariato carcerario, entrando regolarmente nelle carceri torinesi per offrire supporto e percorsi di reinserimento a chi scontava una pena. Il suo operato fu riconosciuto con numerosi premi e attestati: nel 2005 ricevette il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, una delle più alte onorificenze civili del Paese.
Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 2008, il suo esempio ha continuato a vivere nelle tante persone e realtà che ha ispirato. In sua memoria sono stati intitolati centri di accoglienza, strutture sociali e spazi pubblici.
Per il suo impegno in favore dei senza casa, il Cug, Comitato unico di garanzia di Atc in occasione della Giornata Internazionale della Donna, l’8 marzo 2016 le ha intitolato la sala convegni dell’Agenzia.
